CONTI CORRENTI DORMIENTI: COME SCOPRIRLI E RECUPERARLI

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I conti correnti dormienti sono depositi bancari non movimentati da oltre 10 anni che rischiano di finire nelle casse dello Stato.

Articolo a cura di Europol Investigazioni, società specializzata in business informations

Miliardi di euro giacciono dimenticati in conti correnti, libretti di risparmio e altri strumenti finanziari. Spesso gli eredi non sanno nemmeno che esistono. Dopo 10 anni senza movimenti, questi fondi vengono trasferiti al Fondo depositi dormienti del Ministero dell’Economia. Da quel momento hai solo altri 10 anni per reclamarli, poi li perdi per sempre. Questa guida spiega come scoprire se esistono conti dormienti a tuo nome o di un familiare defunto e come recuperarli attraverso procedure legali o investigazioni professionali specializzate.

COSA SONO I CONTI DORMIENTI?

I conti correnti dormienti rappresentano una categoria di rapporti bancari che, per un lungo periodo, non hanno registrato alcuna attività da parte del titolare. Questo fenomeno è comune quando i titolari dimenticano di possedere un conto o quando, a causa di eventi come decessi, i conti restano inattivi.

Si definiscono conti correnti dormienti i rapporti bancari che presentano queste caratteristiche:

  • Importo superiore a 100 euro
  • Nessuna movimentazione per almeno 10 anni
  • Nessuna operazione effettuata dal titolare o suoi delegati

Il termine “dormiente” non si applica solo ai conti correnti. Possono diventare dormienti anche:

  • Libretti di risparmio bancari e postali
  • Depositi di somme di denaro con obbligo di restituzione
  • Certificati di deposito e buoni fruttiferi
  • Depositi di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, titoli di Stato)
  • Assegni circolari non incassati (dopo soli 3 anni)
  • Rendite di polizze assicurative (dopo 2 anni)
  • Un caso particolare riguarda proprio assegni circolari e polizze: questi strumenti diventano dormienti molto prima rispetto ai normali conti correnti.

L’importanza di comprendere cosa sono i conti correnti dormienti risiede nella loro gestione e nel potenziale recupero dei fondi da parte degli aventi diritto. Attenzione: la dormienza non significa perdita automatica del denaro. È una condizione che attiva specifiche procedure previste dalla legge per proteggere sia i risparmiatori che il sistema bancario.

Prima del trasferimento al Fondo ministeriale, la banca ha l’obbligo di avvisare il titolare tramite raccomandata A/R all’ultimo indirizzo conosciuto. Il cliente ha 180 giorni per riattivare il rapporto con una semplice operazione.

Se non riceve risposta, i fondi vengono trasferiti al Fondo Rapporti Dormienti gestito da CONSAP per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Prima che il passaggio avvenga, l’istituto di credito ha il compito di informare il titolare del conto che sta per divenire potenzialmente dormiente, del rischio che corre: il titolare a questo punto ha, a pena di decadenza, sei mesi di tempo per riattivare il suo conto, in caso contrario avverrà il passaggio al fondo ministeriale e il risparmiatore ha 10 anni di tempo per richiedere il rimborso.

CONTI DORMIENTI NORMATIVA

La gestione dei conti dormienti in Italia è disciplinata dal D.P.R. 22 giugno 2007, n. 116, entrato in vigore il 17 agosto 2007. Questo regolamento ha definito con precisione quando un conto diventa dormiente e quali procedure devono seguire banche e titolari.

La normativa nasce dalla Legge 266/2005 che ha istituito presso il Ministero dell’Economia il Fondo depositi dormienti, dove confluiscono tutti i rapporti bancari inattivi da oltre 10 anni.

La ratio sottesa a questa normativa non è di natura sanzionatoria nei confronti dei titolari dei rapporti, bensì risponde a un duplice obiettivo di interesse pubblico e di tutela. Da un lato, si intende stimolare i risparmiatori a mantenere un contatto attivo e consapevole con i propri depositi. Dall’altro, in caso di inattività prolungata e di conclamata irreperibilità del titolare, si attiva un meccanismo che, attraverso la gestione da parte di CONSAP S.p.A., consente un eventuale recupero futuro delle somme da parte degli aventi diritto.

COSA DEVONO FARE LE BANCHE QUANDO UN CONTO DIVENTA DORMIENTE

Quando un conto resta fermo per 10 anni, la banca non può semplicemente appropriarsi dei fondi. La legge impone precisi obblighi di comunicazione.

L’istituto bancario deve innanzitutto inviare una raccomandata A/R all’ultimo indirizzo conosciuto del cliente, avvisandolo che il rapporto sta per diventare dormiente. Da quel momento, il titolare ha 180 giorni di tempo per “risvegliare” il conto con una qualsiasi operazione.

Se la banca non riceve risposta, cosa frequente quando il titolare è deceduto o si è trasferito,  deve pubblicare l’avviso sul proprio sito web e procedere al trasferimento delle somme a CONSAP, la società che gestisce il Fondo per conto del Ministero.

Un aspetto fondamentale: il trasferimento al Fondo non cancella il diritto di proprietà. Il titolare o i suoi eredi hanno ancora 10 anni per reclamare le somme, dopodiché subentra la prescrizione definitiva. La banca deve conservare tutta la documentazione proprio per permettere eventuali future richieste di rimborso.

Si può giungere a questa particolare situazione quando gli eredi non siano a conoscenza della presenza di tale rapporto preesistente con la banca. Vero  è che la banca in questione è responsabile della comunicazione del rapporto esistente tramite raccomandata A/R all’ultimo indirizzo conosciuto; non è detto però che l’indirizzo corrisponda al proprietario dell’abitazione al momento dell’invio, potrebbe essere cambiato o deceduto.

COME SCOPRIRE L’ESISTENZA DEI CONTI DORMIENTI?

Identificare conti dormienti può essere particolarmente complesso, soprattutto quando si tratta di rapporti intestati a persone defunte o di cui si è persa ogni traccia documentale.

VERIFICA PRESSO CONSAP

La prima cosa che si può fare è consultare il database pubblico di CONSAP, l’ente che gestisce il Fondo Rapporti Dormienti. La ricerca online permette di verificare se esistono rapporti già trasferiti al Fondo.

Ma questo tipo di ricerca presenta limiti importanti:

  • Mostra solo i rapporti già devoluti al Fondo, quindi non quelli ancora presso le banche
  • Non include conti presso banche estere
  • Non identifica rapporti con dati anagrafici incompleti o errati
  • Non trova conti intestati con variazioni del nome o codice fiscale

IL PROBLEMA DELLE RICERCHE FAI-DA-TE

Molti tentativi autonomi di ricerca falliscono per diverse ragioni:

Banche fuse o acquisite: negli ultimi 20 anni molti istituti hanno cambiato denominazione o sono stati incorporati. Un conto aperto presso Banca X potrebbe oggi trovarsi presso Banca Y, rendendo impossibile la ricerca senza conoscere l’intera catena di fusioni.

Documentazione mancante: senza estratti conto o comunicazioni bancarie, è impossibile sapere dove cercare. Le banche non forniscono informazioni su eventuali rapporti se non si dimostra di essere titolari o eredi.

Filiali chiuse: molti conti erano legati a filiali specifiche, oggi chiuse o trasferite. Rintracciare questi rapporti richiede competenze investigative e accesso a database specializzati

L’APPROCCIO INVESTIGATIVO PROFESSIONALE DI EUROPOL

Europol Investigazioni, con oltre 15 anni di esperienza nel settore, ha sviluppato un sistema proprietario di ricerca patrimoniale che supera tutti i limiti delle ricerche tradizionali.

Il nostro servizio si distingue per:

  • Rete di contatti bancari consolidata: anni di collaborazione con il sistema bancario ci permettono di accedere a informazioni non disponibili ai privati e di navigare efficacemente la complessa rete di fusioni e acquisizioni.
  • Metodologia investigativa avanzata: i nostri investigatori ricostruiscono l’intera storia finanziaria del soggetto, partendo da minimi indizi (vecchi documenti, riferimenti indiretti, testimonianze) per arrivare all’identificazione completa dei rapporti.
  • Database esclusivi: Europol ha accesso a banche dati professionali e archivi storici che permettono di rintracciare rapporti anche con dati parziali o obsoleti.
  • Ricerca multi-istituto simultanea: mentre un privato deve contattare ogni singola banca, noi verifichiamo contemporaneamente tutti gli istituti operanti sul territorio nazionale, riducendo i tempi da mesi a pochi giorni.

Garanzia di risultato: la nostra esperienza ci permette di valutare preliminarmente le probabilità di successo e di operare solo quando esistono concrete possibilità di recupero.

Il servizio è particolarmente efficace per:

  • Eredità complesse con patrimoni frammentati
  • Ricerche storiche su conti aperti decenni fa
  • Verifiche su defunti senza documentazione bancaria
  • Indagini su patrimoni nascosti o non dichiarati

CHI HA DIRITTO AL RECUPERO DEI CONTI DORMIENTI?

La normativa italiana definisce con precisione chi può richiedere il rimborso delle somme depositate nei conti dormienti.

I TITOLARI DEL CONTO DORMIENTE I LORO EREDI

Se sei il titolare originario del conto, hai sempre diritto a recuperare i tuoi soldi. Il problema è che dopo 10 anni di inattività, il conto viene trasferito al Fondo ministeriale. A quel punto hai altri 10 anni per reclamarlo presso CONSAP, dopodiché il denaro diventa definitivamente proprietà dello Stato.

Gli eredi si trovano spesso in una situazione più complessa. Magari scoprono l’esistenza di un conto del defunto solo anni dopo la morte, quando già è diventato dormiente. In questo caso devono muoversi rapidamente: dalla data di trasferimento al Fondo hanno 10 anni per agire. Servono il certificato di morte, la dichiarazione di successione e ovviamente i documenti d’identità.

RECUPERO DI ASSEGNI CIRCOLARI

Gli assegni circolari seguono regole completamente diverse dai conti correnti. Un assegno circolare non incassato diventa dormiente dopo soli 3 anni dall’emissione, non dopo 10 come i conti correnti.

Ma attenzione al fatto che chi può recuperare i soldi dipende dal ruolo:

  • Il beneficiario, cioè chi doveva incassare l’assegno: ha solo 3 anni per incassarlo. Scaduto questo termine, perde ogni diritto
  • L’ordinante, cioè chi ha richiesto l’assegno alla banca: può invece reclamare il rimborso per 10 anni totali dall’emissione

In pratica: se nel 2020 hai richiesto un assegno circolare che non è stato incassato, dopo il 2023 il beneficiario non può più riscuoterlo e l’assegno diventa dormiente. Tu però, come ordinante, puoi ancora chiederne il rimborso fino al 2030.

CHI NON PUÒ RECUPERARE NULLA

Purtroppo alcune situazioni non hanno soluzione. I beneficiari di polizze vita dormienti non possono più recuperare nulla perché le assicurazioni seguono normative completamente diverse. Lo stesso vale per i buoni fruttiferi postali non riscossi entro 10 anni dalla scadenza. E naturalmente, superati i 10 anni dal trasferimento al Fondo, qualsiasi diritto si estingue definitivamente.

Tabella riepilogativa tempistiche e scadenze critiche:

Tipo Rapporto Dormienza Termine Recupero
Conto Corrente 10 anni 10 anni dalla devoluzione
Assegno Circolare 3 anni 10 anni per ordinante
Polizze 2 anni Non recuperabile dopo devoluzione

Per tutti costoro si ricorda che Europol Investigazioni ha posto in essere un apposito servizio telematico volto alla scoperta dell’esistenza di ogni conto corrente intestato ad una persona fisica o giuridica, che sarebbe bene effettuare anche in prevenzione e prima che siano decorsi i termini di legge per poterli riscuotere.

SUCCESSIONE EREDITARIA NEL CONTO DORMIENTE

Quando muore il titolare di un conto, gli eredi devono affrontare un percorso burocratico che può diventare complesso, soprattutto se non conoscono l’esistenza di tutti i rapporti bancari del defunto.

COSA FARE SE CI SONO PIÙ EREDI?

La presenza di più eredi non deve bloccare il recupero. La legge prevede soluzioni pratiche per evitare che tutti debbano presentarsi fisicamente in banca o presso CONSAP.

Un solo erede può agire per tutti presentando:

  • Delega scritta degli altri coeredi con firme autenticate presso il Comune
  • In alternativa, una procura notarile specifica per il recupero dei rapporti dormienti

Il rimborso viene effettuato a favore dell’erede delegato, che avrà poi l’obbligo di distribuire le somme secondo le quote ereditarie stabilite dalla successione.

DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER IL RECUPERO DEL CONTO DORMIENTE DA PARTE DEGLI EREDI

Per procedere al recupero, gli eredi devono presentare un dossier completo:

Documenti del defunto:

  • Codice fiscale
  • Ultimo indirizzo di residenza
  • Eventuale documentazione bancaria disponibile

Documenti degli eredi:

  • Certificato di morte in originale o copia conforme
  • Dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate
  • Atto notorio o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà
  • Documenti d’identità e codici fiscali di tutti gli eredi

In caso di rinuncia all’eredità da parte di alcuni eredi, serve anche la copia autentica della rinuncia depositata in Tribunale.

QUANDO L’EREDE NON HA CERTEZZA DELL’ESISTENZA DEL CONTO DEL DEFUNTO

Come deve comportarsi l’erede che sospetta l’esistenza di conti ma non ne ha la certezza?

Spesso gli eredi si trovano in una situazione difficile: sospettano che il defunto avesse dei conti correnti ma non hanno documenti che lo provino. Il titolare, deceduto, non ha potuto presentarsi in banca entro i 180 giorni per riattivare il conto, che quindi procede verso la dormienza.

In questi casi Europol Investigazioni interviene con un servizio specifico. L’erede deve:

  • Dimostrare la sua qualità di erede (con dichiarazione di successione o atto notorio)
  • Fornire apposito mandato all’agenzia investigativa

A questo punto Europol può effettuare le relative indagini e ricerche per scoprire se esistevano conti correnti intestati al defunto, inclusi eventuali conti già dormienti.

Una volta scoperta l’esistenza dei rapporti, sarà possibile:

  • Rivendicarne il possesso in capo agli eredi
  • Reclamare il bonifico delle somme agli eredi aventi diritto
  • Evitare la perdita definitiva di patrimoni sconosciuti

TEMPI E MODALITÀ DI RIMBORSO DEI FONDI SUL CONTO DORMIENTE

Una volta presentata la domanda completa, i tempi variano a seconda di dove si trovano i fondi:

  • Conti ancora presso la banca: generalmente 30-60 giorni
  • Fondi già trasferiti a CONSAP: fino a 180 giorni per l’istruttoria

Il rimborso avviene sempre tramite bonifico bancario sul conto indicato nella domanda. Non sono previsti pagamenti in contanti o con assegno.

IL SERVIZIO DI EUROPOL INVESTIGAZIONI PER SCOPRIRE I CONTI DORMIENTI 

Europol Investigazioni, agenzia investigativa nazionale operativa in tutta Italia, ha sviluppato attraverso il suo e-commerce investigativo soluzioni all’avanguardia per scoprire l’esistenza di conti correnti dormienti.

L’EXPERTISE NEL RECUPERO PATRIMONIALE

Le indagini e ricerche di Europol Investigazioni permettono di scoprire conti dormienti intestati a qualsiasi persona, riconducendoli agli eredi legittimi prima che vengano definitivamente persi. Il servizio è strutturato per gestire l’intera procedura di rimborso per diverse tipologie di rapporti finanziari:

  • Depositi di denaro non movimentati da 10 anni (conti correnti, certificati di deposito, libretti di risparmio)
  • Strumenti finanziari inattivi da 10 anni
  • Assegni circolari non incassati entro 3 anni
  • Rendite di polizze assicurative ferme da 2 anni
  • Buoni fruttiferi postali non incassati entro 10 anni dalla scadenza (emessi dopo il 14 aprile 2001)

IL VANTAGGIO DEL KNOW-HOW INVESTIGATIVO

Prima di poter richiedere il rimborso, è necessario conoscere l’esistenza del conto dormiente. Qui emerge il valore distintivo di Europol: un know-how impareggiabile maturato in anni di esperienza nel settore.

L’agenzia investigativa opera su mandato del legittimo erede o avente diritto, garantendo:

  • Identificazione precisa di ogni tipo di conto o strumento finanziario
  • Comunicazione dettagliata al cliente di tutti i rapporti individuati
  • Gestione completa delle procedure per il rimborso

COME EVITARE LA DORMIENZA DEL CONTO CORRENTE

Mantenere attivo un conto corrente è più semplice di quanto si pensi, ma bisogna conoscere quali operazioni contano davvero per evitare la dormienza.

OPERAZIONI CHE MANTENGONO ATTIVO IL CONTO

Per “risvegliare” un conto ed evitare che diventi dormiente, è sufficiente effettuare personalmente almeno una di queste operazioni:

  • Richiedere il saldo o l’estratto conto allo sportello o tramite home banking
  • Effettuare un pagamento con la carta di credito o bancomat collegata al conto
  • Eseguire un bonifico in entrata o in uscita
  • Versare o prelevare anche piccole somme
  • Richiedere un libretto degli assegni
  • Comunicare alla banca un cambio di residenza o aggiornamento dati

L’importante è che l’operazione sia volontaria e tracciabile, dimostrando che il titolare è ancora attivo e interessato al rapporto.

Un aspetto rilevante, spesso non immediatamente percepito, è il cosiddetto principio di “unitarietà del rapporto” con il cliente. Se un correntista detiene più rapporti finanziari presso il medesimo intermediario (ad esempio, un conto corrente e un deposito titoli), la movimentazione attiva di anche uno solo di questi rapporti è generalmente sufficiente a mantenere attivi e a “risvegliare” dalla potenziale dormienza tutti gli altri rapporti intestati individualmente a quel cliente presso quella specifica banca. Questa previsione, derivante da circolari interpretative del MEF , semplifica la gestione per il cliente, che non è costretto a movimentare artificialmente ogni singolo prodotto. Tuttavia, è necessario prestare attenzione: tale principio non si estende automaticamente ai conti cointestati qualora la movimentazione avvenga unicamente su un conto individuale del medesimo soggetto, o viceversa. In tali scenari, i conti individuali non movimentati potrebbero comunque essere avviati alla dormienza. L’attività su un conto cointestato, infatti, potrebbe non essere considerata sufficiente a “salvare” un conto individuale di uno dei cointestatari, e viceversa, se manca una chiara e distinta iniziativa del titolare su quello specifico rapporto individuale.

OPERAZIONI CHE NON EVITANO LA DORMIENZA

Molti credono erroneamente che il conto sia attivo se riceve movimenti automatici. In realtà, queste operazioni non impediscono la dormienza:

  • Accredito dello stipendio o pensione (sono bonifici ricorrenti automatici)
  • Domiciliazione delle bollette (addebiti preautorizzati)
  • Pagamenti ricorrenti programmati in precedenza
  • Accredito degli interessi bancari
  • Addebito di commissioni e spese bancarie

Questi movimenti avvengono senza l’intervento attivo del titolare e quindi non dimostrano che il conto è ancora utilizzato consapevolmente.

4 CONSIGLI PRATICI PER EVITARE BRUTTE SORPRESE

Per evitare brutte sorprese, soprattutto per conti poco utilizzati:

  1. Impostate un promemoria annuale per verificare tutti i vostri rapporti bancari. Basta un accesso all’home banking o una telefonata in filiale.
  2. Tenete un elenco aggiornato di tutti i conti, libretti e depositi, comunicandolo a una persona di fiducia. In caso di necessità, i vostri eredi sapranno dove cercare.
  3. Se avete conti dormienti o poco utilizzati, valutatene la chiusura o l’accorpamento. Meglio avere pochi conti attivi che molti a rischio dormienza.
  4. Aggiornate sempre i vostri recapiti presso la banca. Se cambiate residenza o numero di telefono, comunicatelo tempestivamente per ricevere eventuali avvisi di pre-dormienza.

CONCLUSIONI DI EUROPOL SUI CONTI DORMIENTI

I conti correnti dormienti rappresentano un patrimonio nascosto di miliardi di euro che ogni anno finisce nelle casse dello Stato. Dietro ogni conto dimenticato c’è una storia: eredità sconosciute, risparmi accantonati per emergenze mai verificatesi, depositi di genitori o nonni di cui si è persa memoria.

Il tempo è il fattore critico. Ogni giorno che passa avvicina alla scadenza dei termini per il recupero. Se sono già trascorsi 10 anni dall’ultimo movimento, il conto potrebbe essere già stato trasferito al Fondo ministeriale. A quel punto restano solo altri 10 anni per agire, dopodiché il denaro diventa irrecuperabile.

La complessità delle procedure e la difficoltà nel rintracciare rapporti presso banche fuse o chiuse rendono spesso vana la ricerca autonoma. Questo è particolarmente vero per gli eredi che non conoscono l’intera situazione patrimoniale del defunto.

Europol Investigazioni offre la soluzione professionale a questo problema. Con oltre 15 anni di esperienza nel settore, l’agenzia ha sviluppato metodologie investigative che permettono di identificare conti dormienti anche in assenza totale di documentazione. Il servizio copre l’intero processo: dalla ricerca iniziale fino all’effettivo recupero delle somme.

Non permettete che i vostri risparmi o quelli dei vostri cari diventino un regalo involontario allo Stato. Una semplice verifica oggi può significare il recupero di somme importanti domani.

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Autore. Europol Investigazioni SRL – Titolo –Conti correnti dormienti come scoprirli-, in www.europolinvestigazioni.com

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Articolo aggiornato al 09 Agosto 2021

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